Si è detto molto negli ultimi anni a proposito di plusdotazione, o giftedness. Non si intende qui approfondire un argomento che è materia di psicologi e addetti ai lavori (la rete di associazioni, studi di ricerca, professionisti formati si è perlaltro intensificata anche alle nostre latitudini). Ci interessa invece approcciare il tema in quanto gestori di un istituto scolastico. Attenzione ai temi che toccano l’infanzia, il suo benessere, la didattica, l’apprendimento e relativi studi, nonché la formazione continua dello staff, è fondamentale nel quotidiano lavoro.
Quello della plusdotazione è un concetto complesso, con definizioni non univoche. In breve, possiamo definire come plusdotato un soggetto che possiede un potenziale intellettivo superiore alla media (per fascia di età) in uno o svariati ambiti.
Per avere un profilo di giftedness, la valutazione del QI (quoziente intellettivo) deve essere superiore a 130, mentre tra i 120 e i 130 si parla di Alto potenziale Cognitivo. Una persona con capacità cognitive oltre gli standard riunisce in sé straordinarie risorse intellettuali: da un’intelligenza sopra la media, a straordinarie capacità di comprensione e analisi; memoria incredibile, una forte emotività, spesso acutezza dei sensi. Si potrebbe considerare la plusdotazione come un modo diverso di essere intelligenti, dove la qualità del pensiero che non è lineare e sequenziale, quanto simultaneo nell’elaborazione dei dati. A partire da un’istruzione, uno stimolo o un’idea, dunque, la persona con un alto potenziale cognitivo si troverà immersa in una rete di pensieri, una ragnatela non per forza retta da un processo logico. In questo modo si sviluppano diversi assi di pensiero che danno vita ad una vera e propria arborescenza, cioè una tendenza a ragionare ramificando i pensieri (ovvero aprendo parentesi), piuttosto che in modo sequenziale e lineare.
Se da un lato, quindi, i bambini plusdotati sembrano avere una marcia in più rispetto ai coetanei, dall’altro mostrano alcune caratteristiche che tendono a diventare fonte di grandi difficoltà: si assiste spesso infatti una forte dissincronia dello sviluppo (nelle diverse aree: motorio, emotivo, sociale etc), una tendenza ad annoiarsi facilmente se poco stimolati, difficoltà nell’instaurare relazioni positive, ostracismo, iperadattamento, disturbi emotivi, con conseguente insuccesso sociale e scolastico.
Come per ogni tipo di neurodiversità, anche la scuola pubblica ticinese ha negli ultimi anni integrato un serie di indicazioni atte a riconoscere, accogliere e adeguatamente stimolare i bambini valutati (perché si tratta di una vera e propria valutazione cognitiva) come APC, o plusdotati. Una volta identificata la situazione di plusdotazione, si attivano dunque interventi mirati a promuovere le strategie di autoregolazione del bambino, “riequilibrare” i diversi settori di crescita e aiutare scuola e famiglia nella corretta presa in carico e valorizzazione della dotazione. Nel contesto scolastico, ad esempio, il bambino può essere inserito tra i Bisogni Educativi Speciali (BES) e usufruire di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) sentendosi stimolato e riconosciuto nelle sue competenze, ma anche e soprattutto compreso nelle sue difficoltà emotive e relazionali.
Presente da diversi anni sul territorio ticinese e oltrefrontiera, l’associazione Zetapiesse – Rete insubrica per l’alto potenziale cognitivo e il talento promuove con passione una serie di iniziative atte a informare, sensibilizzare, formare professionisti (nonché sostenere i protagonisti!) nell’ambito della plusdotazione.
Fondazione Medacta for Life sostiene e promuove l’attività di Zetapiesse. Con già all’attivo alcune formazioni a docenti ed educatori sul tema, la fondazione si fa sponsor (nonché fruitrice) della prossima Conferenza Internazionale organizzata da ZPS: I vestiti nuovi dell’imperatore: APC, doppia eccezionalità e funzioni esecutive – 7/8 settembre 2024
Info e iscrizioni sul sito di Zetapiesse.